“L’imprigionamento della psiche nel cervello, cioè la sua limitazione spazio-temporale, non è per nulla così indubbia e incrollabile come si è creduto sin’ora” [JUNG: Realtà dell’anima – pag 161]
Un po’ di chiarezza fra i vari specialisti che si occupano della mente
Per inquadrare le figure professionali dello psicologo, dello psichiatra e dello psicoterapeuta occorre partire dai rispettivi iter formativi.
- Lo psicologoè un laureato in psicologia che, dopo la laurea quinquennale, oggi tre più due, e dopo aver effettuato un tirocinio, si abilita alla professione superando l’esame di stato e si iscrive all’ordine con la qualifica, appunto, di psicologo.
- Lo psichiatraè, invece, un laureato in medicina e chirurgia che, dopo la laurea, intraprende un percorso di specializzazione in psichiatria.
- Lo psicoterapeuta, invece, è un laureato in psicologia o in medicina e chirurgia che dopo la laurea e dopo aver conseguito l’esame di abilitazione all’esercizio della professione, intraprende una scuola di formazione in psicoterapia di almeno quattro anni.
Cos’è la psichiatria?
La psichiatria è la branca specialistica della medicina che si occupa dello studio sperimentale, della prevenzione, della cura e della riabilitazione dei disturbi mentali[1].
Fra le varie specializzazioni mediche, la psichiatria si colloca come “disciplina di sintesi”, in quanto il mantenimento e il perseguimento della salute mentale, che è lo scopo fondamentale della psichiatria, deve tenere in considerazione vari aspetti: neurologici, farmacologici, psicologici, sociologici.
Lo stesso termine psichiatria implica diversi aspetti dell’essere umano. E’ stato coniato dal medico tedesco Joan Christian Reil ormai 2 secoli fa, unendo le parole greche psyché (ψυχή) = spirito/anima, e iatreia (ιατρεια,ας) che significa cura (medica). Letteralmente è la disciplina che si dovrebbe occupare della “cura dell’anima”. Il medico specializzato in psichiatria è lo psichiatra.
In questo senso, la psichiatria non è solo “scienza del cervello”, ma richiede una conoscenza approfondita delle funzioni superiori della mente umana, abbracciando studi trasversali in ambito neurofisiologico e psicologico.
Chi è lo psichiatra?
Lo psichiatra è un medico laureato in medicina e chirurgia e che ha eseguito un esame di abilitazione con conseguente iscrizione all’albo dei medici chirurghi.
Ha poi superato un esame per accedere alla scuola di specializzazione in psichiatria. Al termine di questa diventa, dopo la discussione della tesi, uno specialista in psichiatria.
Perché è importante lo psichiatra?
Parlare di disturbi mentali oggi significa addentrarsi in un vasto panorama di disagi che riguardano un numero cospicuo della popolazione.
I numeri, diffusi dalla Sip (società italiana di psichiatra) il 10 ottobre 2019 in occasione della Giornata Mondiale della salute mentale sono scoraggianti. In Italia ci sono stati oltre 92mila ricoveri e 600mila accessi al pronto soccorso nel 2017, ma in un solo anno sono calati del 10% medici e operatori (da 62 a 56 per 100mila abitanti). Nel 2017 vi sono stati 92 mila i ricoveri in strutture specialistiche, e 600 mila accessi al pronto soccorso (contro i circa 576 mila del 2016) per patologie psichiatriche, di cui il 47% per sindromi nevrotiche o somatoformi, tutte situazioni che potrebbero essere gestite negli ambulatori. Anche l’attività ospedaliera è in crisi: aumentano i ricoveri nelle strutture psichiatriche ospedaliere, pubbliche e private (108.874 nel 2016 e 109.622 nel 2017), e le giornate di ricovero (da 1.382.719 nel 2016 a 1.418.336 nel 2017) e la degenza media da 12,7 giorni nel 2016 a 12,9 giorni nel 2017. I medici sono passati da 62,4 nel 2016 per 100 mila abitanti a 56,6 nel 2017: circa 600 psichiatri in meno in un solo anno in Italia,
In conclusione, aumentano le persone che presentano un disagio psichico, ma diminuiscono i medici.
Cosa fa lo psichiatra?
Lo psichiatra esegue la diagnosi di un disturbo mentale, se possibile la prognosi, e programma come affrontarlo al meglio con un trattamento farmacologico e/o psicologico per il paziente.
Accade che una persona si rechi dallo psichiatra per una consulenza specialistica attraverso cui capire se soffre o meno di un disturbo psichiatrico. È compito dello psichiatra indagare e presentare al paziente una riposta esaustiva.
La diagnosi psichiatrica è un processo complesso, che si avvale di valutazioni anamnestiche, colloqui clinici, eventualmente test psiocometrici e, quando necessario, anche di altre valutazioni mediche e psicologiche (internistiche, neurologiche, psicologiche, sociali).
Come per altre branche mediche, lo psichiatra può richiedere anche esami strumentali come la RMN o semplici esami del sangue, soprattutto per poter porre una diagnosi differenziale con altri disturbi (patologie metaboliche, neurologiche e infettive in primis).
In seguito alla visita, lo psichiatra sarà in grado di formulare una diagnosi, avvalendosi anche degli strumenti di classificazione internazionali in uso per identificare i disturbi della salute, quali l’ICF ( international classification of Functioning, disability and Health) e il DSM- 5 ( diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorder). Questo per permettere di avere un lunguaggio comune e condiviso con cui potersi approcciare ad un disturbo e poterlo trattare, in accordo fra vari specialisti.
I disturbi di competenza psichiatrica possono essere temporanei o cronici: alcuni pazienti psichiatrici richiedono cure solo per poco tempo, mentre altri necessitano di essere seguiti e curati per periodi molto lunghi o anche per tutta la vita, poiché molte malattie mentali sono croniche e compromettono in modo più o meno grave la qualità (a volte anche la durata) della vita del paziente e, nei casi gravi, della sua famiglia.
Come si svolge una visita psichiatrica?
Lo psichiatra esegue una visita medica similarmente alle altre branche mediche, basata su un colloquio, raccoglie accuratamente la storia completa del paziente e approfondisce la presenza dei sintomi che il paziente (da solo o con i congiunti consanguinei o acquisiti) lamenta, il tutto nel rispetto della privacy e, soprattutto, della dignità della persona che si rivolge a lui. A differenza di altre discipline, nel colloquio psichiatrico, possono essere indagati aspetti emotivi e sociali del paziente, esclusivamente nella ricerca di tutti gli elementi che permettano di formulare un giudizio sanitario adeguato.
In alcuni casi lo psichiatra individua aspetti patologici, qualora il paziente non sia riuscito a riconoscerli. Alla fine formula una diagnosi e imposta una possibile terapia farmacologica.
Alcuni esempi di patologie di interesse psichiatrico
- Agorafobia
- Ansia generalizzata
- Attacco di panico
- Ciclotimia
- Depressione
- Dipendenze comportamentali (shopping compulsivo, dipendenze dal lavoro, dall’esercizio fisico, sessuali, da internet e gioco d’azzardo)
- Discontrollo degli impulsi
- Disturbi dell’umore
- Disturbi di personalità
- Disturbi psicosomatici
- Disturbo bipolare
- Disturbo post-traumatico da stress
- Disturbo schizoaffettivo
- Fibromialgia
- Fobia sociale
- Insonnia e problemi del sonno
- Personalità borderline
- Problemi stress correlati
- Psiconcologia